giovedì 11 luglio 2013

FERMIAMO QUESTA STRAGE

Un bambino di due anni seduto in lacrime su un divano e una giovane mamma dilaniata dalle coltellate inflitte sul petto, riversa sul pavimento della cucina: questa la scena agghiacciante che si è presentata sotto gli occhi di un nonno, costretto a prendere atto dell’ennesimo delitto annunciato.  Sono due le riflessioni da fare davanti all'ennesimo efferato episodio di violenza sulle donne: la giovane aveva lasciato il compagno violento tornando a casa dei suoi genitori, lo aveva più volte denunciato per le percosse e le minacce, ma nulla e nessuno ha potuto impedire la sua morte. Mi chiedo allora qual è il senso e l’utilità dell'introduzione del reato di stalking se questi maledetti uomini denunciati e segnalati riescono a portare a compimento i loro insani propositi? Siamo davvero in balia dell'ossessione di uomini sbagliati, malati, instabili o semplicemente non - uomini che, rifiutati, ci uccidono? Ancora una donna uccisa da un sistema che non l’ha difesa, che non l’ha tutelata eppure una donna che non ha avuto paura, che ha denunciato, che ha messo al sicuro il suo bambino e se stessa, ma non l’abbiamo salvata. Purtroppo accanto a questa tragedia si è consumata un’altra tragedia, quella dell’infanzia rubata a questo piccolo esserino indifeso i cui occhi hanno incontrato il Male, quello che non ti aspetti, quello che ti marchia a fuoco la pelle e che non puoi più dimenticare. Lui stesso vittima della violenza assurda di un padre contro la madre di suo figlio, di un uomo che doveva amarlo, proteggerlo, insegnargli ad amare e rispettare le donne, che doveva educarlo e farlo diventare un Uomo,  un bambino vittima di un mostro che non si è fermato neppure di fronte alla sua innocenza. Che cosa avranno registrato quegli occhi innocenti? Che ferita ha squarciato il cuore di questo piccolo? Tremo al pensiero del mostro che si insinuerà nel cuore di questo angelo e di tutti i mostri che dovrà combattere per vivere una vita serena e senza risentimento. La famiglia violata, la casa violata, la purezza degli affetti violata: il posto che dovrebbe essere il  più sicuro per antonomasia, diventa , invece, una fabbrica di orrore e morte. Mi viene in mente l’idea che Pascoli aveva della famiglia come luogo di amore, calore, protezione e sicurezza rispetto ad un mondo crudele, dominato dalla violenza e dalla sopraffazione. Oggi tutto è cambiato e i nemici li teniamo, spesso, con noi, li alimentiamo con il nostro amore e con la nostra incapacità di riconoscerli prima che sia troppo tardi. Certo riconoscerli…ma come? Come si può capire che in un uomo apparentemente amorevole, premuroso, innamorato si celi un mostro pronto ad uccidere se non ricambiato come pretende o come si aspetta? L’amore ha in sé un’essenza di abbandono, fiducia, rispetto senza cui non potrebbe esistere: come possiamo affrontare una relazione costruendoci barriere, vivendo nel terrore di diventare oggetto di ossessione per qualcuno o di rendere i nostri figli protagonisti involontari di violenza e dolore. 
Penso alla solitudine di questo bambino, al senso di vuoto con cui dovrà fare i conti, ai perché cui dovrà dare risposte, al senso di frustrazione che dovrà imparare a gestire, al senso di solitudine profonda e irrimediabile con cui dovrà imparare a convivere. Nel profondo, tuttavia, voglio sperare che questa società che non ha saputo proteggere la sua mamma tanto coraggiosa e forte, sappia offrire a questo bambino tutto l’aiuto possibile perché lui possa metabolizzare questa tragedia, perché non cresca nell'odio e nel desiderio di vendetta, perché si spezzi questa maledetta catena di male per male, perché lui abbia la possibilità di scegliere senza sentirsi segnato da un destino già scritto e che non si può cambiare. Mi piace credere che questo bambino sia messo in condizione di superare il dolore, il male, di comprendere che spesso non ci sono risposte esaurienti a tutto ciò che la vita ci pone innanzi, ma che c’è sempre la possibilità di prendere in mano il proprio destino e volgerlo al meglio. Questo bambino dovrà “perdonare” e non in senso cristiano, ma dovrà perdonare nel senso di accettare e lasciar andare i fantasmi che lo tormenteranno e non gli daranno pace. Spero che qualcuno ricorderà a questo bambino, una volta adulto che, come scrive M. Gramellini: “ I se sono il marchio dei falliti! Nella vita si diventa grandi nonostante”. Buona vita piccolo!!!!!



2 commenti:

  1. La madre degli ignoranti è sempre incinta e purtroppo sono gli altri che soffrono. Sono sempre le persone buone, senza colpa, senza peccato, le persone con il cuore puro, sono queste persone che soffrono. Che ingiustizia. I bambini dovrebbero essere la salvezza dell'umanità, e invece vengono "distrutti".
    L'anima di quel piccolo sarà sempre macchiata, e spero con tutto me stesso che trovi la forza di andare avanti.
    Se esiste, spero che il paradiso sia prenotanto per quelli che hanno vissuto l'inferno sulla Terra.

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  2. Penso che noi maschi non siamo stati educati al rifiuto e all'abbandono che insieme col senso del possesso sia delle cose che delle persone diventano un mix micidiale. fortunatamente la violenza cieca ha risparmiato il bambino, perché purtroppo non va sempre così, spesso l'uomo si vendica anche commettendo la violenza più bestiale, falcidiando una vita in divenire. Penso che noi operatori della scuola potremmo dare un valido contributo alla conoscenza del fenomeno e alla disanima della coscienza dei giovani.

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