" Il corpo delle donne" è un documentario straziante e umiliante per qualsiasi donna che conservi un minimo di amor proprio e di
dignità. Dopo tante battaglie per la parità dei sessi, per affermare che non
siamo solo corpo, ma che siamo intelligenza, spirito e sentimenti prendiamo
coscienza che il modo in cui ci lasciamo rappresentare dai mass media è, a dir
poco, offensivo e lesivo della nostra dignità. Non voglio fare un discorso moralista o il solito predicozzo,
ma certo voglio riflettere sulla necessità di recuperare noi stesse e la nostra
essenza. Il nostro corpo è un dono speciale, un patrimonio che dobbiamo
amministrare con cura e rispetto. Non dico , certo, alle donne di negare la
loro sessualità o la loro femminilità, ma mi piacerebbe che non limitassimo la
comunicazione al linguaggio del corpo. Il documentario è impietoso e non lascia
dubbi circa la leggerezza e la superficialità di tante, troppe donne che si
sottomettono ai meccanismi televisivi per garantirsi un elevato tenore di vita
e poco importa se a rimetterci è la reputazione o l'orgoglio! Abbiamo davvero bisogno di essere desiderate
da uomini bavosi e che non riescono a tenere gli occhi al di sopra del nostro
décolleté, o sogniamo ancora un uomo che
ci ami, ci apprezzi per quello che abbiamo nella testa e nel cuore, con il
quale oltre a fare l’amore possiamo ridere, parlare, andare al cinema, crescere
i nostri figli e invecchiare tenendoci per mano? E’ un nostro diritto essere
femminili, sentirci belle e desiderate, ma proporsi come una bancarella con la
mercanzia tutta in bella mostra, è tutta un’altra storia!
Questo documentario,
che si limita a proporre immagini che quotidianamente passano sotto i nostri
sguardi distratti e superficiali, ci obbliga a riflettere sul fatto che abbiamo
perso la nostra identità, che a furia di vederci rappresentate come
tette e culi, ci siamo dimenticate di noi, abbiamo perso il senso profondo
dell’essere donna. Donne svestite, mute, sempre accondiscendenti, oche giulive
in un tripudio di doppi sensi e di uomini con gli ormoni impazziti, questo è il
ritratto che emerge e che svilisce la donna. Non protagoniste, ma cornice,
suppellettile, decoro, come una tenda, come un vaso , …“come una grechina di
quelle che le maestre fanno disegnare ai bambini sul quaderno per rendere
colorate le pagine”. La vera tragedia, però, sta nella drammatica constatazione
che pensiamo a noi stesse come gli uomini, che ormai sempre più spesso siamo preoccupate di quanti ci
guarderanno o di quanti anni in meno riusciremo a dimostrare con un opportuno
ritocchino. Dove sono finite le donne uniche e irripetibili? Vediamo sempre più spesso donne nascoste
dietro facce di plastica, inespressive,
tutte uguali e prive, ormai, della capacità di raccontare con gli occhi, che
non sono più lo specchio dell’anima, ma la firma del chirurgo plastico. Abbiamo
venduto la nostra anima agli uomini, ci siamo vendute a saldo a quegli stessi che
abbiamo combattuto, ai quali volevamo dimostrare di essere non solo corpo, non
solo oggetto di desiderio, ma testa, intelligenza, intraprendenza, abbiamo ,
alla fine, capitolato e siamo quello che la società maschilista e sessista ha
sempre voluto: un corpo senza anima.Una donna che abbia un briciolo di dignità
non può scegliere di usare il proprio corpo per fare soldi, perché non c’è nessuna differenza tra una prostituta che vende
sesso per strada e una donna che scientemente investe solo sul suo corpo e, in nome del dio denaro, rinnega la
propria dignità. La nostra emancipazione si riduce a mostrare il nostro corpo
senza pudore, a pensare proprio come quegli uomini che volevamo educare al
rispetto del nostro essere persone, prima che macchine generate per il loro piacere. Stiamo rincorrendo il mito delle fatalone, delle donne che per conquistare un uomo scelgono di allettare solo i suoi sensi, non il suo cuore e tanto meno la sua testa. Rincorrendo questi modelli ci siamo dimenticate di noi, di quello che desideriamo, di quello che ci rappresenta, di quello che vogliamo davvero. Siamo costrette a misurarci con dei modelli inarrivabili in quanto non dono della natura, ma frutto di un'accurata operazione di chirurgia estetica che omologa i nostri corpi, ci priva di quei tratti distintivi che ci rendono riconoscibili e uniche: zigomi alti, labbra a canotto, non una ruga, un seno prosperoso, uno sguardo ammiccante e sensuale, tutte tristemente uguali.Abbiamo perso la dimensione bellissima di essere persone uniche e straordinarie, abbiamo paura di guardarci allo specchio e di non vedere una bellissima e perfettissima donna desiderata e desiderabile, non per le eccelse qualità morali, o per le indiscusse competenze né per lo straordinario carattere o per i valori che esprimiamo. Temiamo talmente tanto di non essere abbastanza piacenti e attraenti, che decidiamo di indossare una maschera, negando o eludendo ciò che siamo, ma cercando di diventare ciò che gli altri vogliono o si aspettano. Super donne, perfette, impeccabili, eternamente giovani, in competizione con le nostre figlie, le nostre nipoti, con le giovani donne che dovremmo educare al rispetto di sé e del proprio universo e che , talvolta, guardiamo astiose e livide. Non possiamo differire oltre la decisione di riappropriarci di noi stesse, delle nostre imperfezioni, del nostro corpo che se non deve essere negato, non deve diventare neppure unico interlocutore di una cultura che sta frustrando le nostre aspirazioni, sta cancellando i nostri sogni e ci sta privando di tutti quei valori che abbiamo conquistato a fatica e pagando , spesso, un prezzo troppo alto.
Non potrei essere più daccordo, e credo che il film "come tu mi vuoi" lo rappresenti bene! Perchè descrive proprio come per piacere agli uomini montiano un'impalcatura invece di abbattere i muri e farci conoscere per come siamo! una delle cose che mi fa più rabbia sono le cubiste in discoteca, molte lo fanno per pagarsi gli studi, ma non credo che ci sia onore in questo, perchè ci sono molti altri lavori che non implicano diventare merce!
RispondiEliminaIn effetti credo che il problema sia proprio nella constatazione che non siamo più in grado di comprendere il valore e l'importanza del sacrificio e troviamo ormai normale ciò che in realtà ci rende oggetti di noi stessi!!!! Dobbiamo lavorare tantissimo per tentare di scardinare questa mentalità consumistica e maschilista, riappropriandoci dei nostri valori.
EliminaRita Levi Montalcini, Marie Curie, Alda Merini, Anna Maria Mozzoni, Franca Viola,e molte altre donne hanno fatto la storia, combattendo contro la mentalità maschilista e facendo vedere al mondo che non hanno bisogno di far vedere il loro corpo nudo, non hanno bisogno di spogliarsi in pubblico per essere qualcuno, per essere famose. Molte sono state le donne ad aver combattuto per la loro dignità, per il rispetto, e molte sono morte combattendo per la loro libertà. L'umanità sta regredendo, e purtroppo anche i maschi danno corda all'ignoranza..
RispondiEliminaL'importante è non arrendersi a questo gioco al massacro che sta mercificando il corpo delle donne, con la loro connivente sottomissione,ma parlare, scrivere, spingere a riflettere e proporre modelli forse poco telegenici, ma tanto tanto umani!
EliminaUna cosa che mi ha sempre rattristato moltissimo è il fatto che spesso e volentieri le persone per sentirsi adeguate, per sentirsi migliori, non trovano altro modo se non quello di sminuire gli altri. Essere anche solo un gradino più in alto ci fa sentire bene, ci da' l'illusione di essere dei privilegiati. Sparare sentenze sul primo che capita ci fa sentire estremamente intelligenti, e fare giudizi affrettati e superficiali ci fa sentire acuti e perspicaci.
RispondiEliminaIl senso di ineguatezza nasce dalla consapevolezza di non essere perfetti, dalla paura di non riuscire a soddisfare le aspettative altrui... un tempo si ammiravano gli idoli e le divinità, figure risedenti nel nostro immaginario, quindi perfette, inattaccabili. Ma ora che i nostri punti di riferimento sono stati divorati dai mass media? Gli idoli non sono più frutto della nostra immaginazione, sono reali, si mostrano con ostentazione dinanzi all'occhio umano, ma sono come noi perciò possono essere emulati e grazie alla chirurgia estetica possiamo diventare come loro. Nello stesso tempo però sappiamo che sono umani e quindi possiamo giudicarli e trascinarli giù dal piedistallo.
I cambi di scena, le sequenze, le inquadrature della televisione sono sempre troppo frenetiche perchè il nostro occhio possa soffermarsi ad osservare il dettaglio e coglierne la bellezza. La bellezza deve essere palese, esagerata ed evidente perchè non abbiamo tempo di soffermarci a riflettere su quello che abbiamo appena visto. L'occhio si disabitua così a cogliere quei difetti di un volto che lo rendono unico e immensamente bello nel suo esprimere l'intimo di una personalità, e il cervello registra l'andare fuori dai canoni di bellezza come un errore di sistema e il sistema cerca così di cancellarlo.
Non so se il mio ragionamento sia corretto, ma tutto sommato penso che l'origine del problema problema sia in parte dovuta ad una una comunicazione sbagliata: ci siamo disabituati a fermarci un attimo a contemplare il mondo perchè la vita procede a spezzoni di immagini in modo troppo frenetico e si è diffuso il terrore che se chiudi un attimo gli occhi ti perdi tutto il divertimento...
Chiudo il discorso con una canzone (sotto metterò il link) "la donna della sera" di Branduardi, che è anche la mia canzone d'amore preferita... In questo brano non si esalta la perfezione della donna bensì ne si apprezza e ne si ama profondamente le imperfezioni fisiche in quanto testimonianze di una vita (a volte bella a volte brutta) passata insieme. Come spiega l'autore prima di iniziare suonare, questa canzone quando è uscita ha scatenato l'indignazione di due giornaliste che ritenevano che fosse una brutta visione maschilista al corpo femminile che sfiorisce... sapere di questa critica (oltre ad avermi provocato un moto di rabbia e indignazione) mi ha rattristato molto... a conti fatti dev'essere davvero brutto vivere e ragionare in modo così stupido e superficiale, e sapere che non riusciremo più ad apprezzarci e apperzzare le persone intorno a noi nel momento in cui il corpo inizia a invecchiare.
Odio fare del moralismo, ma sarebbe bello se tutti imparassimo a sentirci bene nel scoprire il bello nell'unicità delle nostre imperfezioni.
http://www.youtube.com/watch?v=uGHWdQneM7Q
Grazie, bellissime le tue riflessioni e, soprattutto, sono felice che una ragazza giovane e non certo sprovveduta, abbia consapevolezza di quanto questa mentalità vada cambiata in fretta. Non arrendiamoci, proviamoci a proporci come persone con pregi e difetti, fiere delle nostre imperfezioni che ci rendono così umane!!!!!!11
Elimina